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    Il conclave: come viene scelto il Papa

    La scelta del Papa non è casuale. Dipende da dinamiche molto precise, da valutazioni profonde e da una struttura organizzata nei minimi dettagli. Non ha nulla a che vedere con la casualità di giochi online come Plinko, dove il risultato è affidato al caso e ogni pallina può finire ovunque. Il conclave, invece, segue regole, tradizione e una logica ben precisa.

    Vediamo come funziona davvero questa procedura.


    Cos’è il conclave

    Il conclave è il sistema ufficiale con cui la Chiesa cattolica elegge un nuovo Papa. Scatta automaticamente quando il pontefice in carica muore o si dimette. I cardinali con diritto di voto (cioè quelli sotto gli 80 anni) vengono convocati a Roma per eleggere il successore.

    Il termine “conclave” deriva dal latino cum clave, che significa “chiuso a chiave”: è un riferimento diretto al fatto che i cardinali vengono isolati dal resto del mondo durante l’elezione. Lo scopo? Impedire influenze esterne e garantire la libertà della scelta.


    Come funziona il processo elettivo

    Il conclave si tiene nella Cappella Sistina, all’interno del Vaticano. Prima che inizi ufficialmente, i cardinali partecipano a una messa, poi si spostano nella Sistina. Una volta che tutti sono dentro, viene pronunciata la formula “extra omnes” (fuori tutti) e le porte si chiudono.

    Da quel momento in poi, il collegio cardinalizio può procedere con le votazioni. Ogni cardinale scrive il nome del candidato che preferisce su una scheda e la inserisce in un’urna. Per essere eletto Papa, un candidato deve ottenere almeno due terzi dei voti. Se questo non accade, si continua a votare due volte la mattina e due volte il pomeriggio, finché non si raggiunge il quorum.


    Cosa guida davvero la scelta

    A differenza di un gioco casuale come Plinko, dove il risultato è completamente imprevedibile, l’elezione del Papa segue criteri molto chiari – anche se non scritti in modo ufficiale. I cardinali valutano diversi fattori:

    • Età e salute del candidato – Spesso si cerca un equilibrio tra esperienza e resistenza fisica.
    • Nazionalità e background culturale – In certi periodi si privilegia una provenienza specifica per motivi simbolici o politici.
    • Capacità diplomatica e carisma personale – Un Papa è anche un capo di Stato, un comunicatore globale e un riferimento spirituale.
    • Posizionamento teologico – Progressista o conservatore? Riformista o tradizionalista? La direzione della Chiesa conta.

    In altre parole: ogni voto è un atto deliberato, frutto di calcolo, visione e strategia ecclesiastica. Nulla è affidato al caso.


    I conclavi nella storia

    Alcuni conclavi sono durati pochissimo. Quello che ha eletto Papa Francesco nel 2013, ad esempio, si è chiuso in meno di 48 ore. Altri, invece, sono stati lunghissimi: nel 1268, ci vollero quasi tre anni e diverse pressioni esterne (tra cui rimuovere il tetto ai cardinali) per farli arrivare a una decisione.

    Nel tempo, le regole si sono evolute per rendere il processo più efficiente, ma lo spirito è rimasto lo stesso: garantire una scelta meditata e condivisa.


    Nessun algoritmo, nessuna pallina

    Oggi siamo abituati a lasciare tante cose al caso: dai giochi come Plinko, dove premi e risultati sono affidati a un semplice rimbalzo, fino agli algoritmi che decidono cosa vediamo online. Ma il conclave è una delle poche realtà dove il processo decisionale resta manuale, riservato e lontano da ogni automatismo.

    Non c’è randomizzazione. Non ci sono macchine o sistemi elettronici. Solo 100 e passa uomini, chiusi in una stanza, che votano con la penna su un foglio. E questo, nel 2025, è già di per sé un fatto straordinario.


    Cosa succede quando si elegge un Papa

    Quando un candidato raggiunge i due terzi dei voti, viene ufficialmente eletto. Gli viene chiesto se accetta l’elezione e quale nome vuole assumere come Papa. Dopo di che, il nuovo pontefice viene vestito con l’abito papale e si presenta al mondo dal balcone di San Pietro.

    Il celebre annuncio Habemus Papam! (“Abbiamo un Papa!”) chiude il conclave, mentre le campane suonano e il fumo bianco esce dal camino della Sistina.


    Conclusione

    Il conclave è tutto fuorché casuale. È un meccanismo complesso, antico e allo stesso tempo profondamente attuale. Non è un gioco, non è una roulette e non ha nulla a che vedere con dinamiche imprevedibili come quelle di Plinko.

    Dietro ogni elezione papale c’è strategia, riflessione, confronto e visione del futuro della Chiesa. E anche se il risultato può sorprendere, non è mai frutto del caso.